Melting me softly, 2019

Melting me softly recensione italiana kdrama flop 2019

Trama: kdrama comico-fantasy-thriller-romantico dove l’assurdo incontra il brutto

Sono riuscita a vedere in successione i due peggiori kdrama di sempre, About Time e Melting me softly. Melting me softly però ha un triste primato: è brutto fin dal primo episodio (il pilot più deludente che abbia mai visto). Non riesco a capacitarmi di come Wookie abbia scelto un progetto così scadente per il suo ritorno in TV dal militare, perché – siamo onesti – qui niente va per il verso giusto.

Melting me softly kdrama recensione italiana flop 2019
L’espressione che ho avuto io durante tutta la visione: a scelta, una delle due.

La trama è presto detta. C’è un tizio felicemente fidanzato (interpretato da Ji Chang Wook) che di professione fa il produttore televisivo visionario e talentuoso. Il suo ambizioso progetto è quello di girare un programma tv sul congelamento criogenico, e nell’affare coinvolge una coraggiosa svalvolata che, poco prima di farsi mettere in frigo con lui, scopre di essere stata tradita dal rispettivo fidanzato, uno svalvolato vigliacco.

Qualcosa però va storto e le due cavie – anziché restare sotto zero per 24 ore – ci rimangono 20 anni. Dopo 20 anni, lo scienziato pazzo responsabile dell’esperimento (a sua volta vittima di un noiosissimo intrigo che si snoderà per innumerevoli puntate) li risveglia dal fresco sonnellino. Iniziano così una serie di soporifere peripezie legate ai maneggi avvenuti anni prima alle spalle dei Begli Addormentati, conditi da un amore fatale che i due non possono consumare perché altrimenti gli si surriscaldano i circuiti portandoli in punto di morte (sic!).

Recensione: un flop disastroso

Il primo problema è che non si capisce se si tratti di una commedia, un thriller, un mistery, un genere comico oppure romantico. E’ a occhio e croce un brutto guazzabuglio di tutti questi. Che abbiano poi sprecato un cast così valido per un progetto tanto mal fatto, per me è un’aggravante.

Il secondo problema è che la chimica tra i due main leads è non pervenuta e dispiace constatarlo, soprattutto perché Won Jin-ah aveva dato prova di grande affiatamento con Lee Junho in Just between Lovers. La stessa storia d’amore è qui mal costruita: spunta con la rapidità di un fungo e ha un’evoluzione che io meh.

Volendo esplicare quel «meh», il motivo per cui non funziona è semplice.

E’ vero che nella vita reale sono passati 20 anni, ma per i nostri protagonisti è passato un giorno. Lui è (o dovrebbe essere) ancora innamorato della sua fidanzata che lo aspetta. Al suo risveglio la storia DOVEVA mostrarci il percorso con cui lui superava la sua precedente relazione, cosa che invece viene liquidata in mezza puntata.

Analogamente, l’innamoramento-lampo + l’inopinata gelosia per la nuova fanciulla nascono letteralmente in un battito di ciglia. Questo però ci impedisce di sentir crescere il sentimento, ci impedisce di immedesimarci empatizzando con le scelte dei personaggi, ed è sintomo di uno script mal ideato.

Muovo un appunto anche alla celeberrima “scena della doccia” (puntata 10), che a me personalmente ha emozionato quanto la pubblicità della robiola Osella. Certo, sulla carta è originale e ben pensata, ma non si adatta alla scarsa passionalità dei due innamorati né tantomeno alla loro fredda recitazione. Anche la realizzazione delude, perché vedere questi due tizi rigidi come tronchi e coi vestiti mezzo asciutti sotto il getto dell’acqua, più che conturbare fa ridere per lo scarso realismo. Siamo ben lontani dai baci appassionati di Eric Mun e Seo Hyun-jin in Another Oh Hae-young!

Sorvolo sul plot poco convincente, le interpretazioni macchiettistiche e la comicità demenziale dei colleghi del protagonista, i (sempre orribili) effetti sonori che enfatizzano le scene, e quell’agghiacciante visione di Won Jin-ah in tuta gialla da Kill Bill che ancora adesso ho gli incubi a ripensarci… e mi soffermo un istante sul finale. Ecco: se c’è una cosa brutta quanto il pilot in Melting me softly è proprio il finale. Mi è venuto il sospetto che gli attori si odiassero o avessero litigato, altrimenti non si spiega quel clima ‘glaciale’, appunto, che si respira nel (cosiddetto) happy ending. Alla faccia del vissero tutti felici e contenti.

Breve postilla polemica: a loro avranno portato via 20 anni di vita, ma a me 16 ore di serenità. Mi sento comunque derubata del mio tempo.

Voto: 2/10

Numero puntate: 16

Durata: 1h circa

Dove vederlo: Rakuten Viki

Tutti i drama di Ji Chang Wook

7 risposte a “Melting me softly, 2019”

  1. […] Poi è diventato un tale noioso e scombussolato pasticcio che rientra di diritto, assieme a Melting me softly, tra i peggiori kdrama mai […]

  2. […] memorabili nella storia dei kdrama, al cospetto dei quali la famosa scena della doccia di Wookie (di cui parlo qui, ovviamente male) impallidisce […]

  3. Avatar syrenmac

    Vedrò Melting Me Softly perchè sono innamorata pazzemente di Wookie e sto guardando tutta la sua filmografia dagli esordi. Vedremo cosa mi ispira

    1. Avatar Valentina

      Io purtroppo non subisco il fascino di Wookie, quindi non sono di parte 😉
      Però sono curiosissima di sapere cosa ne penserai di questo kdrama che davvero per me è stato tremendo! Fammi sapere! Scambiarsi opinioni è sempre interessantissimo 🙂

      1. Avatar roberta sanna
        roberta sanna

        Io mi sono presa una bella cotta per wooki guardando healer, drama che ho guardato con piacere. Quindi piena di speranze ( ma senza leggere recensioni) ho iniziato la visione di Melting me softly, nonostante la sinossi mi facesse storcere il naso. L’ho abbandonato dopo pochi episodi, la trama non sta in piedi manco con le stampelle.
        Avrei potuto investire più del mio tempo solo con la certezza che per qualche episodio lo avessero fatto andare in giro mezzo nudo 😀, almeno sarebbe stato un bel vedere.

        1. Avatar Valentina

          Roberta, sono perfettamente d’accordo con te! 😀

  4. […] personale: già dai tempi di Melting me softly ho sviluppato una sorta di immunità nei confronti del fascino di Ji Chang-wook. Non voglio […]

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