Zhao Lusi contro la sua agenzia: «Mi hanno derubata mentre ero malata»

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Il 2 agosto 2025, Zhao Lusi, una delle attrici cinesi più amate e seguite, ha pubblicato un lungo post su Weibo accusando la sua agenzia, la Galaxy Cool Entertainment (Yinhe Kuyu Media), di averle sottratto fondi durante un periodo in cui era gravemente malata e costretta a fermarsi.

Secondo quanto racconta, l’agenzia avrebbe prelevato oltre 2 milioni di yuan (circa 280mila dollari) dal conto corrente personale, senza il suo consenso. Il tutto mentre lei combatteva con vertigini, nausea, perdita della voce e un dimagrimento drastico, fino ad arrivare a pesare solo 36 chili.

Nel suo post, Zhao Lusi ha condiviso una diagnosi psichiatrica ufficiale che certifica un quadro di ansia severa e depressione, sintomi di cui soffre dal 2019.

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Le impressionanti immagini di Zhao Lusi malata che avevano fatto il giro del mondo

A peggiorare la situazione, l’attrice ha raccontato che, quando ha provato a rompere il contratto con l’agenzia, le sarebbe stata minacciata l’inclusione in una blacklist. In Cina, essere inseriti in una blacklist significa sparire dai radar dell’industria: niente nuove produzioni, interruzione delle sponsorizzazioni e impossibilità di apparire sui media.

«Non c’è bisogno che mi mettiate nella blacklist», ha scritto. «Me ne vado io».

La risposta dell’agenzia non si è fatta attendere. In un comunicato su Weibo, la Galaxy Cool Entertainment si è detta «scioccata» dal contenuto del post e ha negato qualsiasi violazione contrattuale o comportamento scorretto.

Zhao Lusi non ha lasciato correre. Ha risposto direttamente nei commenti al post, dicendo con toni duri:

«Perché siete così scioccati? Dove eravate mentre prendevo medicine e ossigeno, una settimana fa?»

Non è la prima volta che si parla di episodi di umiliazioni subiti da Zhao Lusi nel suo percorso professionale. Lo scorso gennaio era emersa la testimonianza di un’amica, secondo cui nel 2019 l’attrice sarebbe stata rimproverata in piena notte dal capo della sua agenzia, chiusa per ore in un bagno.

In quell’occasione, le sarebbe stato detto che non era abbastanza talentuosa per ottenere ruoli da protagonista e che non li otteneva «perché era grassa». Il rimprovero sarebbe culminato in uno schiaffo in faccia. L’agente, in seguito, avrebbe chiesto scusa attribuendo il gesto all’ubriachezza.

Zhao, a distanza di anni, ha confermato:

«Quando non superavo le audizioni, pensavo fosse colpa mia. E stavo zitta».

Ha aggiunto di non aver mai parlato prima della sua malattia per paura che venisse interpretata come un tentativo di attirare attenzione.

Nello scatto rubato che vi lascio qui sotto, vediamo chiaramente Zhao Lusi sofferente in camerino, seduta su una sedia a rotelle mentre legge un copione. Segno che le condizioni sul set per lei erano solitamente penose, sfibranti e di grande sofferenza fisica e probabilmente emotiva.

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Dopo lo sfogo su Weibo, i fan si sono mobilitati lanciando l’hashtag #JusticeForZhaoLusi e riempiendo i social di messaggi d’affetto e sostegno. L’attrice, dal canto suo, ha scritto un messaggio diretto e potente per tutti coloro che si trovano in una situazione analoga alla sua:

«Non fidatevi di chi vi consola mentre ha secondi fini. La cosa più importante è: chiamate la polizia. Subito».

Quella di Zhao Lusi non è solo la vicenda di un’artista che attraversa un momento di crisi. È la storia di una donna che ha scelto di denunciare pubblicamente le ingiustizie subite.

Nonostante le difficoltà, la malattia, la disonestà e i soprusi di molte delle persone che la circondano, l’attrice non smette di portare la sua testimonianza di forza e speranza. Ne avevamo già parlato in un precedente articolo (che vi lascio qui) dove Zhao Lusi aveva raccontato al pubblico la sua lotta contro la depressione e il difficile percorso di rinascita.

Oggi, ancora una volta, si rivolge agli altri: invita a non ripetere i suoi errori, a restare vigili e, soprattutto, ad alzare la voce contro ogni abuso. Perché il silenzio non protegge, ma intrappola. E rompere quel silenzio è il primo passo per riprendersi la propria libertà.

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