Negli ultimi giorni, due notizie hanno riportato sotto i riflettori il tema della visibilità LGBTQ+ in Corea del Sud. Due coming out pubblici, entrambi avvenuti fuori dai confini nazionali, hanno attirato l’attenzione della stampa internazionale e riacceso il dibattito su quanto la società coreana sia effettivamente inclusiva.
Si tratta di gesti potenti, personali e al tempo stesso politici, perché compiuti da figure pubbliche che, consapevolmente o no, diventano simboli. E se oggi si torna a parlare di identità, diritti e orgoglio in relazione alla Corea, è anche grazie a queste due storie: quella dell’idol Bain e quella dell’attrice Youn Yuh-jung.
Bain dei JUST B fa coming out sul palco a Los Angeles
Il 22 aprile, durante il concerto dei JUST B a Los Angeles, il cantante Bain ha fatto coming out dichiarando pubblicamente la propria omosessualità.

È il primo idol k-pop di nazionalità coreana sotto contratto con un’agenzia ad affermare apertamente di essere gay. Davanti a un pubblico internazionale, Bain ha detto di essere «orgoglioso di far parte della comunità LGBTQ+», prima di esibirsi in Born This Way di Lady Gaga. L’annuncio è stato accolto con entusiasmo dai fan presenti, che hanno applaudito il coraggio dell’artista.
Il giorno seguente, Bain ha ribadito il suo messaggio su Instagram, scrivendo:
Voglio condividere qualcosa di reale con voi. Sono gay, e sono orgoglioso di far parte della comunità LGBTQ+. Lady Gaga mi ha insegnato che essere diversi è bello. A chiunque stia cercando di capirsi: questo è per voi. Siete visti, siete amati, e siete nati così.
Un gesto storico, che avviene lontano dalla Corea. E il luogo non è casuale: negli Stati Uniti, dove la comunità LGBTQ+ ha spazi di visibilità più consolidati, la dichiarazione di Bain ha potuto trovare risonanza e protezione. Il suo coraggio, però, parla direttamente anche a chi vive in contesti dove dichiararsi è ancora un rischio reale o non è ancora socialmente accettato.
Holland, il primo artista k-pop indipendente a dichiararsi gay
Prima di Bain, un altro nome ha segnato una tappa importante nella storia della visibilità queer nel K-pop: Holland (nome d’arte di Go Tae-seob), artista che ha debuttato nel 2018 come cantante indipendente.
Holland è stato il primo idol k-pop di nazionalità coreana a dichiararsi gay, pubblicando il singolo Neverland, il cui video mostrava un bacio tra due uomini.

Ma c’è una differenza sostanziale: Holland ha dovuto debuttare senza agenzia, dopo che molte etichette avevano rifiutato di lavorare con lui a causa del suo orientamento sessuale. È un pioniere, ma ha operato ai margini del sistema idol.
Bain, invece, è inserito a pieno titolo nell’industria K-pop mainstream, sotto contratto con la BLUEDOT Entertainment. Questo rende il suo coming out ancora più potente, perché rompe il silenzio dall’interno.
Youn Yuh-jung e il figlio gay: un matrimonio segreto, celebrato a New York
Pochi giorni prima, un’altra dichiarazione ha scosso le coscienze, arrivando da un’icona del cinema coreano: Youn Yuh-jung, attrice premio Oscar per Minari.

Durante un’intervista concessa a un media straniero, Youn Yuh-jung ha rivelato che il figlio maggiore, dopo aver fatto coming out nel 2000, ha sposato il compagno a New York, quando il matrimonio tra persone dello stesso sesso è stato legalizzato.
La cerimonia, a cui ha partecipato tutta la famiglia, è rimasta segreta in Corea per anni, a causa del clima sociale ancora ostile verso l’omosessualità.
L’attrice ha raccontato di non sapere quale sarebbe stata la reazione del pubblico coreano, ma ha aggiunto – con ironia disarmante – di amare ormai più il genero del figlio. Le sue parole hanno suscitato affetto e rispetto da parte del pubblico internazionale, aprendo un raro spazio di visibilità anche per le famiglie arcobaleno coreane.
Il paradosso di una visibilità che arriva solo da fuori
Che sia un caso o una necessità, questi coming out arrivano tutti da lontano — da palchi internazionali, da interviste con media stranieri, da matrimoni celebrati in altri Paesi. In Corea, il silenzio resta spesso la regola. La società coreana continua a essere profondamente conservatrice sul piano dei diritti LGBTQ+, nonostante l’apparente modernità veicolata dall’industria dell’intrattenimento.
Ma proprio perché avvengono fuori dai confini, queste dichiarazioni hanno un’eco potente: parlano per chi non ha voce, rompono un tabù che sembrava intoccabile. Non cambiano da sole la realtà, ma aprono una crepa. E a volte, è da lì che passa la luce.
Forse è davvero l’inizio di un cambiamento più grande — verso una società che presto sarà capace di essere più inclusiva, in grado di riconoscere diritti, identità e dignità a tutti. Ma perché questo accada, serve continuare a parlare, a esporsi, a raccontare. Anche da fuori. Anche con un microfono in mano o davanti a una telecamera straniera.
Perché ogni voce conta. E ogni passo avanti è una conquista verso un mondo in cui più nessuno debba fare coming out per avere il diritto di essere se stesso.
Seguimi sulla mia Pagina Facebook per rimanere sempre aggiornato sulle ultime News dall’Asia
I migliori contenuti in un clic!
📲 Seguimi su Instagram per aggiornamenti quotidiani!
📬 Vuoi essere sempre aggiornato? Iscriviti alla newsletter per non perderti i nuovi articoli e contenuti esclusivi. Entra anche tu a far parte del Pink Dragon Club!
💃 Seguimi su TikTok per tutte le News più interessanti!
🎧 Scopri il Podcast “Dentro le Storie”. Ascolta le recensioni, le mie riflessioni su tematiche di attualità, temi sociali e tanto altro!
📘 Pagina Facebook Vale.into.drama: Scopri i nuovi articoli, i post più recenti e i contenuti più esclusivi legati a drama, Corea ed Estremo Oriente!
🫰 Gruppo Facebook Vale.into.drama: La Community: Cerchi consigli sui drama orientali? Entra nella nostra Community e condividi la tua passione con migliaia di altri fan.
👥 Unisciti al Canale Telegram per avere un contatto diretto con me e discutere insieme delle ultime novità.
🧵 Threads: Commenti rapidi sulle News dall’Asia. Seguimi su Threads!
Scopri le News dall’Asia
Lascia un commento