Fandom e industria dell’intrattenimento coreana

Fandom industria intrattenimento corea

Chi segue il mondo dell’intrattenimento coreano si imbatte frequentemente in episodi che lasciano perplessi. Idol e kstar spesso e volentieri si rivolgono ai loro fan con lettere formali di scuse nelle quali si rammaricano di aver deluso o mancato di rispetto alla loro fan base.

Di recente, questi episodi sono stati davvero numerosi, e ci impongono più di una riflessione. Come funziona l’industria dell’intrattenimento asiatica? Quanto potere hanno effettivamente i fan? Le scuse dei personaggi famosi sono davvero necessarie?

Cerchiamo di capirlo assieme.

Corea del Sud, le lettere di scuse degli idol

Partiamo da alcuni recenti fatti di cronaca.

Il 4 giugno di quest’anno, durante un’esibizione al Tone & Music festival, il rapper e cantautore sudcoreano Big Naughty ha lasciato il palco per circa 30 secondi. Era il momento in cui suonava la band, e l’artista si è avvicinato alla sua fidanzata (per la quale la canzone era stata scritta) per darle un bacio.

Il fatto ha provocato la rabbia dei fan, che hanno giudicato il gesto sconveniente e poco professionale. Ne è seguita una lettera in cui il rapper – tra le altre cose – si è scusato per il suo «atteggiamento negligente». Ha scritto, inoltre, che vuole essere sgridato in futuro in modo tale da maturare e diventare una persona e un artista migliore.

L’annosa questione dell’«appropriazione culturale»

Uno degli argomenti ricorrenti nel mondo dell’intrattenimento asiatico è quello dell’appropriazione culturale, capace di causare sempre grandi imbarazzi. Gli esempi davvero si sprecano.

Conoscete Sorn? E’ una bellissima cantante tailandese membro di un gruppo kpop, le CLC. In un recente scatto fotografico per Harper’s Bazaar è stata ritratta in Versace con una selvaggia capigliatura frisé.

Appropriazione culturale idol Corea Sorn

Lo scatto fotografico ha scatenato violente reazioni nei netizen, che hanno ritenuto la capigliatura dell’artista fuori luogo. Secondo loro si tratterebbe infatti di un’indebita appropriazione culturale, in quanto richiama i riccioli ‘afro’ tipici delle persone di colore.

Sulla spinta di queste critiche, la rivista ha scelto di cancellare le foto dal proprio sito web. Non solo Sorn si è profusa in scuse dal proprio account Twitter, ma ad esse si è unita l’etichetta discografica della cantante, la WILD, affermando di essere profondamente dispiaciuta per «l’offesa arrecata».

Come questo, molti altri casi. Le Blackpink sono state investite ben due volte da accuse di appropriazione culturale.

La prima volta è stato nel 2021, quando Lisa nel video della canzone Money è apparsa con delle extension colorate. Indossate dalla rapper perché considerate ‘carine’, secondo i fan avrebbero richiamato le acconciature afro, risultando fuori luogo. Le scuse hanno placato ma non spento le polemiche, che sono proseguite per molto tempo.

L’anno successivo è stata la volta della Blackpink Jennie. Chiamata a fare il suo debutto a Hollywood nella serie HBO The Idol, è apparsa nel trailer con i capelli raccolti in treccine. I netizen non hanno mancato di esprimere tutto il loro disappunto. Indovinate il motivo? Per appropriazione culturale! Le treccine, infatti, sarebbero una pettinatura tipica della cultura africana.

Kpop corea del sud boy band

L’ultimo caso in ordine di tempo è quello di Chan dei TO1, boyband sudcoreana, che si è dovuto scusare per aver indossato il durag.

Il durag è un foulard usato come copricapo dagli afroamericani quando lavorano, per assorbire il sudore o tenere i capelli in ordine. Con il tempo è diventato un simbolo della comunità afroamericana e della cultura hip-hop.

Il potere dei fandom in Asia

Che cos’è un ‘fandom‘? E’ una comunità di appassionati che condivide un interesse, solitamente per un personaggio, un gruppo, un brand. Tra i fandom più grandi e potenti al mondo ci sono gli Army, i fan dei BTS, un vero e proprio ‘esercito’ sparso ovunque per il mondo.

La domanda alla quale bisogna rispondere è come mai i fandom in Asia godano di tanta autorevolezza e abbiano la capacità di influenzare così tanto l’opinione pubblica.

Il rapporto peculiare che lega fan e idol in Oriente

E’ un dato di fatto che gli idol siano una realtà unica nel panorama mondiale. L’idol è capace di suscitare nei suoi fan sentimenti di dedizione, lealtà, ammirazione – nei casi migliori. Ma anche talvolta ossessione e possessività.

BTS Army kpop Corea del Sud

E’ il caso del cosiddetto sasaeng, termine con cui nella cultura sudcoreana si designa il «fan tossico», quello che tenterebbe in ogni modo di privare il suo idol della privacy, inviando ad esempio peluche contenenti telecamere nascoste o lettere scritte col proprio sangue (sono fatti realmente accaduti). Non si tratta di casi isolati, purtroppo. Secondo le stime riportate dai manager, gli idol avrebbero fino a 1000 sasaeng e verrebbero seguiti da circa 100 di loro ogni giorno!

Il legame tra idol e fan è però indissolubile. Nel momento in cui una persona viene scelta e allenata per diventare un idol, giocoforza diventa un ‘prodotto di consumo’ atto a soddisfare le esigenze del suo pubblico. I fan, infatti, specialmente oggi grazie ai social, hanno lo straordinario potere di decretare il successo o il fallimento di un idol.

Ma su che cosa si basa il legame che unisce fan e idol? Perché è tanto diverso rispetto al legame che c’è con un fan occidentale?

Beh, in Occidente l’artista utilizza il suo lavoro per stabilire una connessione con i propri fan. Che si tratti di musica o film, per questi artisti sono essenzialmente le loro creazioni a dar loro voce. In Oriente non è così.

Gli idol tendono a stabilire una connessione basata sulla loro persona. E’ come se fossero al centro di una narrazione, nella quale condividono con i fan i loro sogni, le speranze, il percorso di vita – e si fanno promotori di ideali positivi. Facciamo un esempio.

Jackson Wang idol Cina Corea kpop

Durante un’intervista, il popolarissimo idol cinese Jackson Wang parlò del suo periodo più buio. Affermò di aver vissuto una fase della vita in cui si sentiva solo e depresso. Condivise con i suoi fan i problemi con il bere e l’ansia perché – disse – «non sono perfetto». Tuttavia questo racconto ha un lieto fine: grazie alla creazione di un nuovo album, Magic Man, l’artista ha in qualche modo ritrovato se stesso.

Per i fan è facile identificarsi con questo percorso. Chi non ha attraversato momenti difficili? Il fatto che una star come Wang mostri il suo lato vulnerabile lo rende solo più umano. Il fatto poi che sia stato in grado di risollevarsi, genera ammirazione e fiducia, rinforzando quella connessione emotiva tra idol e fan di cui parlavamo, e creando valori positivi che consentono a entrambe le parti di crescere assieme.

Il peso dei social nel rapporto tra idol e fan

In questo tipo di rapporto i social hanno un peso fondamentale – ma non dobbiamo commettere l’errore di attribuire tutta la responsabilità ai fan, alle loro community e account.

Nell’epoca non troppo lontana dei media tradizionali, gli artisti comunicavano solo tramite concerti, il lancio di album, film e performance. Oggi non è più così. Sono gli artisti stessi (soprattutto quelli orientali) che decidono di “rompere gli argini” e stabilire un contatto diretto con la loro fanbase grazie alla creazione di canali YouTube e dirette streaming.

In una dinamica di questo tipo, vi sembra così strano che i fan si sentano parte integrante della vita dei loro idol, al punto da credere di poter avere una qualche influenza su di essa? Non credo, perché l’intersezione tra le vite dei fan e quelle dei loro idol è davvero molto stretta, e i confini tracciati sono molto labili.

Quando il fandom diventa tossico

L’idol mette in gioco se stesso, la sua vita, i suoi valori, diventando esso stesso un prodotto di consumo per i suoi fan. Non c’è confine netto tra vita pubblica e vita privata, anzi. La stessa vita privata è soggetta a rigide clausole contrattuali stabilite dalle Agenzie che si occupano di gestire completamente la loro esistenza.

E’ cosa nota, ad esempio, che gli attori coreani non possano rispondere ai DM delle loro fan su Instagram. In molti casi non possono avere relazioni amorose prima di una certa età. E variazioni sul tema. Volete sapere un caso che mi ha particolarmente colpito?

Fandom tossici kpop corea del sud

Si tratta del caso di Minami Minegishi, membro del gruppo femminile AKB48. Nel 2013 erano delle idol molto popolari in Giappone. La giovane, tuttavia, contravvenendo alle regole imposte dall’Agenzia, passò una notte con l’allora fidanzato. Scoperta, apparve piangendo in un video dopo essersi rasata i capelli in segno di contrizione e rimorso.

Insomma, l’idol deve comunicare un’immagine ben precisa di sé. Per essere ‘allettante’ al suo pubblico e stuzzicare le sue fantasie, è preferibile che sia single.

Essere single rende gli idol più accessibili ai fan, li rende più devoti il che – indovinate un po’ – si traduce in maggiori entrate per le case di produzione, sia che si tratti di musica o di drama. Lo sanno bene le Agenzie, che alimentano questo circolo vizioso imponendo un vero e proprio “ban” verso le relazioni.

Qual è la conclusione di questa lunga analisi?

A causa dei confini poco netti tra vita pubblica e privata, i fan si sentono autorizzati a intervenire nell’esistenza dei loro idol. Spesso questo assume sfumature tossiche e dannose. Tutta colpa dei fan, dunque? Non mi sento di affermarlo.

Se si eccettuano i casi eclatanti di alcune schegge impazzite che stalkerano i personaggi famosi, la responsabilità è a mio avviso del sistema, che tratta i suoi artisti come “beni di consumo”. Idol e kstar vengono dati in pasto al pubblico, in una logica che sacrifica il rispetto e la dignità umana in nome del profitto.

Ascolta il Podcast

Potrebbe interessarti

Segui le mie rubriche sui Social

Storie di società e cultura pop

Recensioni Serie TV, film e libri

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *