La nuova serie di Harry Potter ha ufficialmente preso il via. Warner Bros ha recentemente svelato che Francesca Gardiner e Mark Mylod, conosciuti per il loro lavoro in Succession, guideranno il progetto rispettivamente come sceneggiatrice e regista di alcuni episodi.
J.K. Rowling, autrice dei libri e produttrice esecutiva della serie, ha condiviso la notizia in un tweet su X, esprimendo il suo entusiasmo per il progetto. Il suo annuncio però ha provocato una valanga di messaggi critici. Questi commenti riflettono anni di accuse di transfobia che hanno circondato la scrittrice.
Per capire l’origine di queste accuse, esaminiamo i principali eventi e le dichiarazioni che hanno alimentato la controversia.
Le origini della controversia: il like della Rowling a Magdalen Berns e la difesa di Maya Forstater
La controversia attorno a J.K. Rowling ha radici nel 2018. Un suo like apparve sotto il tweet di Magdalen Berns, una femminista radicale britannica.
La Berns era nota per le sue posizioni contro l’inclusione delle donne transgender negli spazi femminili e in un tweet definiva le donne transessuali come «uomini con il vestito». Questo gesto scatenò le prime accuse di transfobia contro la scrittrice. L’addetto stampa della Rowling dichiarò che il like era stato messo per errore, tuttavia l’incidente segnò l’inizio di un periodo turbolento.
L’anno successivo, la Rowling difese Maya Forstater, una ricercatrice britannica. La Forstater era stata licenziata per aver affermato sui social che le persone che hanno fatto un percorso di transizione da uomo a donna non possono considerarsi davvero donne. La Rowling twittò in suo sostegno, sollevando ancora una volta un’ondata di critiche. Ma il peggio doveva ancora venire.

La polemica del 2020: «People who menstruate» e le reazioni
Arriviamo così al giugno del 2020 e a un tweet molto noto che suscitò un vero e proprio vespaio. Siamo in piena pandemia, e la Rowling decide di esprimersi su un articolo che trattava dell’accesso ai prodotti igienici durante l’emergenza sanitaria. L’articolo utilizzava l’espressione «persone che mestruano» (people who menstruate) anziché «donne» per essere inclusivo nei confronti delle persone transgender e non binarie.

La reazione della Rowling su Twitter fu estremamente sarcastica. Scrisse – usando un gioco di parole intraducibile in italiano, ma che renderò in modo comprensibile: «Persone che mestruano? Sono sicura che esista una parola per queste persone. Qualcuno può aiutarmi? Donnole?»
Immediate le reazioni di sdegno. Molti lo interpretarono come una presa in giro della terminologia inclusiva usata per rispettare le persone transgender e non binarie. La scrittrice fu accusata di essere insensibile e transfobica.
In risposta, la Rowling pubblicò un lungo saggio sul suo sito web, spiegando le proprie posizioni. Dichiarò di essere preoccupata per la sicurezza delle donne. Sostenne di non essere contro le persone transgender, ma di voler proteggere i diritti delle donne basati sul sesso biologico.
In quel saggio, rivelò anche di essere stata oggetto di violenza domestica e sessuale, spiegando che quelle esperienze personali avevano influenzato profondamente le sue opinioni sulle questioni di genere. Disse: «Quando spalanchi le porte dei bagni e degli spogliatoi a qualsiasi uomo che creda di essere o si senta una donna, allora apri la porta a tutti gli uomini che desiderano entrare».
Il punto, secondo la scrittrice, è questo: permettere l’accesso a spazi femminili a chiunque si identifichi come donna, senza ulteriori verifiche, può potenzialmente creare situazioni pericolose. Dal suo punto di vista, le sue posizioni non sono altro che una difesa dei diritti e della sicurezza delle donne, basata sulla distinzione biologica del sesso.
Nonostante le spiegazioni dettagliate, la controversia però non si placò. Le accuse di transfobia continuarono a crescere, evidenziando le profonde divisioni su queste tematiche.
La legge scozzese del 2021 sull’Autodeterminazione di genere: gli attori di Harry Potter contro JK Rowling
Nel 2021 in Scozia è stata approvata una legge che permette alle persone di autodeterminare il proprio genere a partire dai 16 anni, senza la necessità di una certificazione medica. In pratica, una persona può dichiarare il proprio genere senza doversi sottoporre a valutazioni psicologiche o mediche, semplificando notevolmente il processo legale di riconoscimento del genere.

La notizia è di quelle che necessariamente fanno discutere, vuoi per l’età a cui è stato posto il limite di autodeterminazione del genere, vuoi per l’innovativa decisione di permettere un riconoscimento legale senza la necessità di validazioni mediche.
Uno dei punti focali delle polemiche attorno a J.K. Rowling è stata la sua critica a questa legge. Secondo la scrittrice, la possibilità di autodeterminare il genere senza controlli adeguati potrebbe essere sfruttata da individui malintenzionati e lederebbe i diritti delle donne.

La Rowling ha protestato contro la legge davanti al Parlamento scozzese a Edimburgo, pubblicando poi una foto di se stessa su Twitter.
Nella foto, indossa una t-shirt nera con una scritta eloquente: «Nicola Sturgeon [Primo Ministro scozzese] distruttrice dei diritti delle donne».
Dal canto suo, la Premier ha ribattuto che l’intento della legge è quello di rendere l’intero processo di transizione «meno degradante, meno invasivo e traumatico» di quanto è attualmente.
La nuova legge non solo semplifica questo processo, ma amplia la definizione ufficiale di «trans». Può infatti presentare domanda di transizione chiunque abbia compiuto 16 anni e abbia vissuto nel proprio “genere acquisito” per almeno 3 mesi, senza diagnosi medica di disforia.
Per disforia di genere si intende una condizione in cui una persona prova un disagio significativo o sofferenza a causa di una incongruenza tra il proprio genere assegnato alla nascita e la propria identità di genere. Questo disagio può influenzare negativamente vari aspetti della vita, inclusi il benessere mentale, sociale e fisico.
E’ importante notare che disforia di genere e orientamento sessuale sono due cose diverse e non vanno confuse. Maggiori approfondimenti qui.
Personalmente, trovo che l’età di 16 anni sia troppo bassa per autodeterminare il proprio genere. L’adolescenza è un periodo in cui lo sviluppo sia fisico sia mentale non è ancora pienamente compiuto. Credo che decisioni così importanti (e soprattutto definitive) dovrebbero essere prese in un momento della vita in cui si ha una maggiore consapevolezza delle implicazioni a lungo termine. D’altro canto, riconosco che l’intento della legge è quello di supportare i giovani nella loro identità di genere e di offrire un percorso legale che li rispetti e li protegga, e ogni avanzamento in questo senso è ben accetto.
La rottura tra J.K. Rowling e il cast di Harry Potter
Capisco quindi perché l’approvazione della legge scozzese sia stata accolta con grande gioia non solo dalla comunità LGBTQ ma dai suoi sostenitori, tra cui alcuni attori resi famosi proprio dalla saga di Harry Potter. Daniel Radcliff, Rupert Grint ed Emma Watson sono stati tra coloro che hanno usato i propri social per salutare con favore questo progresso nell’acquisizione di diritti. Non solo. Gli attori non hanno risparmiato critiche alle posizioni transfobiche della Rowling. La quale naturalmente non è stata in silenzio.

Su X (precedentemente Twitter) una follower ha scritto alla Rowling che si aspettava delle pubbliche scuse da parte degli attori, Daniel Radcliff ed Emma Watson, certa che la scrittrice li avrebbe perdonati delle critiche rivolte alle sue posizioni anti-arcobaleno.
La risposta della Rowling è stata piuttosto secca: «Non è sicuro, temo. Le celebrità che si sono allineate a un movimento che vuole erodere i diritti duramente conquistati delle donne, e promuovono la transizione dei minori, devono scusarsi con i “detransizionisti” traumatizzati e le donne vulnerabili che dipendono dagli spazi riservati alle loro». Che cosa sta affermando la Rowling in pratica?
In pratica la scrittrice dice questo: che non è disposta a perdonare le celebrità che hanno sostenuto un movimento che, secondo lei, minaccia i diritti delle donne e incoraggia la transizione dei minori. Inoltre, ritiene che queste celebrità dovrebbero piuttosto chiedere scusa sia alle persone che hanno de-transizionato (ossia coloro che hanno fatto marcia indietro sulla loro transizione di genere) sia alle donne “vulnerabili”, che dipendono dagli spazi riservati esclusivamente a loro per la sicurezza.
Quello che mi permetto di non condividere – e lo vedremo meglio tra poco – sono i modi sempre estremamente graffianti e derisori della Rowling nei confronti delle persone trans e delle loro battaglie.
Il Pesce d’Aprile della Rowling: la derisione della comunità transgender
Il 1 aprile 2024, J.K. Rowling è tornata a far parlare di sé a causa di un post pubblicato su X, nuovamente indirizzato alla comunità trans. Ha pubblicato un lungo elenco di persone trans più o meno note – una modella, una presentatrice televisiva e altri – descrivendole come «vere donne», per poi aggiungere: «Sto solo scherzando, perché questo è un pesce d’aprile: ovviamente, le persone menzionate nei tweet sopra non sono affatto donne, ma uomini, fino all’ultimo».

Questi post sono stati una risposta a una nuova legge sui crimini d’odio passata in Scozia che, secondo il Primo Ministro del Paese è progettata proprio per arginare la crescente ondata di odio. Se i sostenitori della nuova legge affermano che la misura fornisce una protezione maggiore contro comportamenti minacciosi o abusivi, la Rowling si è opposta ad essa. Addirittura ha affermato senza mezzi termini che, se il suo post sul Pesce d’Aprile dovesse qualificarsi come reato, non vede l’ora di essere arrestata.
E’ chiaro che questo episodio ha ulteriormente esacerbato le tensioni tra Rowling e la comunità transgender. Le sue parole sono state viste come una provocazione deliberata e sarcastica che ha contribuito a polarizzare ulteriormente il dibattito pubblico.
Personalmente, non posso fare a meno di sottolineare che i toni di derisione, mancanza di rispetto e messa alla berlina che un personaggio del calibro della Rowling mostra in ogni sua pubblica uscita nei confronti delle questioni LGBTQ evidenziano la necessità di un dialogo più costruttivo sulle questioni di genere e identità.
La nuova serie di Harry Potter: una nuova ondata di critiche
Ma perché parliamo di questa controversia proprio ora? Beh, il motivo è semplice. In questi giorni la Rowling ha twittato in merito all’uscita della nuova serie di Harry Potter. Ha espresso entusiasmo e soddisfazione per il nuovo progetto. Eppure, sono tanti i commenti negativi che ha ricevuto, da parte di persone che non le perdonano le sue posizioni aggressive, poco inclusive e decisamente divisive.
La figura di J.K. Rowling, amatissima per aver creato una saga popolare e iconica come Harry Potter, che ha influenzato intere generazioni lasciando un segno indelebile nella cultura popolare, resta controversa. Mentre è difesa da molti per la sua posizione sulla protezione dei diritti delle donne, le sue dichiarazioni sono percepite come dannose per la comunità transgender – fatto che alimenta divisioni profonde.
La lezione che possiamo trarre da tutta questa polemica è che i temi dell’inclusività e dei diritti individuali non possono essere oggetto di battibecchi e tweet velenosi. Devono essere parte di un dialogo civile, pieno di rispetto e comprensione reciproca, in cui tutte le parti dialoganti ascoltano e accolgono le reciproche istanze.
Per concludere, mi permetto una considerazione personale. Quello che più mi amareggia di tutta questa grande e annosa controversia è che la Rowling, indipendentemente dalle sue posizioni e dalle sue idee, usando come armi e strumenti dialettici il sarcasmo, la battuta mordace, l’accusa distruttiva, non rende un buon servizio nemmeno ai diritti di quelle donne che dice di voler così strenuamente difendere.
Quando il dibattito si trasforma in uno scontro aspro e personale, perdiamo tutti l’opportunità di progredire. Per costruire una società inclusiva e rispettosa, è necessario che il dialogo sia costruttivo, basato sulla comprensione e sulla volontà di trovare soluzioni comuni. Solo così potremo veramente garantire i diritti di tutti, senza discriminazioni e senza divisioni.
Ascolta su Spotify
Scopri altri articoli che potrebbero interessarti
Lascia un commento