L’usanza dei «matrimoni fantasma» in Cina

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Quando ho notato per la prima volta “The Ghost Bride”, serie cinese Netflix, apparire tra i consigliati, l’ho aggiunto alla mia lista, scoprendo una trama decisamente diversa dal solito.

La vicenda, infatti, ambientata nella Malacca coloniale del 1890, racconta di una donna che accetta la proposta di matrimonio con un uomo deceduto. Questo fatto salverebbe la sua famiglia dai debiti, portandola però a passare il resto dei suoi giorni con un coniuge ‘spettrale’.

Incuriosita ho fatto delle ricerche e ho scoperto che buona parte della storia è tratta da una vecchia usanza cinese: quella appunto di sposare un fantasma. Vediamo di scoprirne di più!

Cina, le origini dei matrimoni fantasma

Nelle regioni conservatrici cinesi la morte non era un ostacolo al matrimonio.

Nella nostra cultura essere morti rende immuni alla maggior parte delle forme di pressione sociale, ma in Cina sembrerebbe che il desiderio di veder maritati i propri figli trascendesse anche questa eventualità. Tale era il fondamento dei minghun (冥婚) o “matrimonio fantasma“, che coinvolgeva almeno una persona morta, a volte perfino entrambe. Questa pratica è stata dichiarata illegale nel 1949, ma un tempo veniva praticata, soprattutto nelle zone rurali.

Sebbene le origini del matrimonio fantasma siano avvolte nel mistero, le Cronache dei Tre Regni, testo ufficiale sul periodo che in Cina va dal 189 al 280, raccontano la storia di Cao Chong, figlio del famigerato guerrafondaio Cao Cao, che nel 208 morì alla tenera età di 13 anni.

Mancato prematuramente, i suoi parenti si affrettarono a trovargli una moglie, stabilendo che fosse una ragazzina defunta del clan Zhen. I due giovani furono seppelliti assieme nella speranza che, anche se estranei in vita, sarebbero andati d’accordo nella morte.

Secondo gli studiosi, la data del primo matrimonio fantasma sarebbe da collocarsi addirittura nel 1700 a.C., mentre l’apice della pratica si ebbe nel corso della dinastia Tang, tra il 618 e il 907 d.C.

Le ragioni dei matrimoni fantasma nell’antichità

La storia cinese è disseminata di credenze relative al culto degli antenati, e intrisa dell’idea che i morti continuino a vivere nell’aldilà. Spetta alle persone rimaste in vita garantire che i bisogni dei trapassati siano soddisfatti, bisogni che possono variare dai beni materiali come cibo o vino, ad altri più ‘spirituali’, come ad esempio un partner con cui passare l’eternità.

Secondo il sinologo olandese Jan Jakob Maria de Groot, l’usanza dei matrimoni fantasma non fu altro che una naturale evoluzione delle precedenti pratiche di sacrificare le vedove, in modo che potessero stare insieme ai loro mariti defunti anche nell’aldilà. Questa brutale pratica era nota con il nome di xunzang (殉葬), un sacrificio funebre molto antico.

Oggu nella provincia di Henan si trova un sito archeologico che conserva gli scheletri di molti schiavi che furono decapitati durante la Dinastia Shang (1675-1046 a.C.) con l’unico scopo di servire i monarchi nella vita ultraterrena.

Le ragioni dei matrimoni fantasma in tempi più recenti

La pratica del matrimonio fantasma è variata nel tempo e, incredibilmente, è sopravvissuta fino ai giorni nostri specie – come dicevo sopra – nelle zone rurali e più conservatrici della Cina.

Tradizionalmente, una figlia non sposata veniva considerata una minaccia e una vergogna. Una donna nubile infatti non ha discendenti che si prendano cura di lei e della sua famiglia d’origine.

Se una figlia nubile moriva, ai suoi genitori veniva impedito di deporre la sua tavoletta votiva sull’altare accanto ai familiari. Si comprendono meglio così le ragioni di un matrimonio fantasma, che permetteva di ottenere l’appartenenza a una linea di discendenza maschile, placando al contempo le preoccupazioni della famiglia relative ai (pre)giudizi sociali.

Se invece a morire era il figlio celibe, il matrimonio fantasma poteva avvantaggiare la famiglia perché la nuora in vita avrebbe assunto le vesti di una potenziale badante per i suoceri negli anni della vecchiaia.

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Ritratto cinese di un fantasma

In epoca moderna queste unioni hanno assunto un’aura di ‘normalità’: lo sposo pagava i costi del matrimonio e dell’eventuale sepoltura. La cerimonia si svolgeva in casa o addirittura al tempio, al cospetto dei familiari più stretti. Nel caso in cui il fantasma fosse stato lo stesso sposo, questi avrebbe dovuto avere uno status sociale più elevato della sposa, un’età, un’istruzione e un reddito (in vita) maggiore.

Matrimonio fantasma in Cina: tra controversie e romanticismo

Sebbene questa pratica sia stata dichiarata illegale nel 1949, non si può dire che sia scomparsa. Continua a essere praticata e ne abbiamo testimonianza in alcuni fatti di cronaca – spesso nera – che sono arrivati fino a noi. Non è il caso di approfondire una tematica tanto macabra, basti sapere che in Cina il fenomeno ha ampiamente scavallato gli anni Duemila.

Se si eccettuano i casi in cui le motivazioni sono il mero guadagno o l’interesse personale, spesso le ragioni sono di natura ‘romantica’. Alcune volte la giovane vedova desidera legarsi al partner scomparso improvvisamente, altre volte le si vuole fornire un custode e una protezione.

Esiste una leggenda popolare che racconta di una «bella donna» che ebbe nove mariti. La storia narra che, dopo la sua morte, e una volta che anche gli uomini passarono a miglior vita, gli spiriti dei nove mariti cominciarono a litigare per lei, accecati da una bruciante gelosia. Tale leggenda ha ispirato una commedia slapstick honkgonghese del 2014, intitolata A fantastic Ghost Wedding.

Al netto del fascino o dell’inquietudine che questa pratica su di noi può suscitare, resta il fatto che i matrimoni fantasma rivelano una grande verità sulla cultura e società cinese. Ci dicono che la linea di demarcazione tra vita e morte non è così netta come potrebbe sembrare. E rivelano il potere pressoché illimitato che le famiglie hanno sui figli, un controllo tale che nemmeno la morte riesce a spezzarlo.

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