Do Do Sol Sol La La Sol, 2020

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Disclaimer: Quando nei vari forum leggo (ancora molto frequenti) domande tipo «Mi consigliate Do Do Sol Sol La La Sol?» – che già, voglio dire, il titolo è un delirio di bruttezza che vi sfido a trovarne di peggiori – a me parte una furia distruttrice che al paragone le Erinni erano degli angioletti mansueti. Se fino alla 16ma puntata questo è solo un kdrama scemonegli ultimi 10 minuti si trasforma in un kdrama insensato, irrazionale e talmente irritante da far venire voglia di chiudere l’internet, volare in Corea e andare a cercare gli sceneggiatori per avere una giusta vendetta.

Trama e recensione del kdrama più nonsense del 2020

Ma di cosa parla Do Do Sol Sol La La Sol?

Racconta la storia di Goo Ra-ra, una ragazza ricca e oziosa che, nei primi 15 minuti del drama inanella una serie incalcolabile di sfighe: il padre muore d’infarto il giorno del suo matrimonio; il quasi marito la pianta sull’altare; lei ha un incontro (questo, sì, piuttosto conturbante) con quello che sarà il main lead; viene truffata dal segretario del padre; si ritrova a scappare senza più fissa dimora; perde i soldi e perde la casa. Beh, non male. Ah, però le restano il cane e la macchina.

Rimasta quindi orfana e senza un soldo, Ra-ra deve rimboccarsi le maniche e sfruttare l’unico talento che ha. Decide di ricominciare a suonare e impartire lezioni di piano nel paesino vicino a Seoul in cui scappa ma in cui (guarda te il caso!) fa in tempo a mettere sotto con l’auto il main lead prima ancora di parcheggiare. Rompendosi entrambe le braccia. Che notoriamente: cosa se ne fa una pianista delle braccia?

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Qui è dove Ra-ra realizza tutta la gravità della situazione

Si ritrova pertanto disoccupata, indebitata e impossibilitata a lavorare prima ancora di sistemarsi. Ma il suo temperamento ottimista le viene in soccorso.

Ra-ra è un personaggio che, a voler essere buoni, potremmo definire piena di vita, naïf e solare. Un altro modo per dirlo è: tonta e imbranata – nessuno me ne voglia, ma questo è.

Per tutto il tempo, infatti, si oscilla tra l’ammirazione per la sua forza d’animo, l’eccezionale cuteness di cui è dotata (il suo essere svampita, indifesa e tanto amabile) e l’imbarazzo per i suoi evidenti limiti intellettivi. Soffermiamoci un istante sul suo personaggio, perché presenta aspetti interessanti.

Ra-ra, una protagonista imperfetta ma piacevole

Ra-ra ci viene descritta come una bellezza capace di sedurre tutti gli uomini e suscitare l’invidia delle donne. La sua educazione l’ha resa così viziata ed esigente da non riuscire a rinunciare alle cose migliori (cibi, vestiti) neppure nei momenti peggiori. Non si fa problemi a prendere dagli altri tutto ciò che le serve, promettendo in cambio favori che non potrà rendere. Nonostante questo potrebbe renderla odiosa allo spettatore, ciò non accade.

Non accade perché questi aspetti non sono altro che espressioni della sua contagiosa voglia di vivere. E’ indubitabile che spesso Ra-ra sia irritante nel suo essere sciocca e superficiale, ma è anche incantevole nella sua sorridente generosità.

Un esempio ne è la storyline di Kim Man-bok, il vecchino che grazie a lei impara a suonare il piano in memoria della defunta moglie. Complice la bellissima sonata Prière d’une vierge, le scene in cui la storia dell’anziano ci viene raccontata sono sicuramente tra le più emozionanti di tutto il drama.

Joon, un co-protagonista sbiadito e acerbo

Purtroppo il main lead non è all’altezza della protagonista. Di nome fa Joon, e sarebbe anche un bel ragazzo, non fosse che ci troviamo di fronte all’unico caso di attore coreano che dimostra più anni di quelli che ha. Fosse solo questo il problema!

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19 anni – percepiti 25

Il primo grande problema è la recitazione ancora troppo acerba dell’attore. Specie paragonato alla brillante performance di Go Ara, quella di Lee Jae-wook è compassata e monocorde. I due hanno sicuramente una buona intesa, che cresce nell’arco delle puntate, ma Lee Jae-wook non regge il passo con Go Ara.

L’altro problema – e ci risiamo – è un problema di intreccio narrativo. A Joon è stata assegnata la storyline con il finale più brutto nella storia dei kdrama e io sono tuttora indignata perché mi sento presa in giro come spettatrice. Ne parleremo a breve, in un paragrafo dedicato.

Do Do Sol Sol La La Sol, elementi di contorno

Una sovrabbondanza di cliché

Nel drama ci vengono presentati una lunga serie di luoghi comuni.

Abbiamo il second lead innamorato della protagonista ma a sua volta oggetto d’amore di una ajumma eccentrica. Lo stalker che rapisce la protagonista, ben presto liquidato dalla storia perché – diciamolo – non c’entrava proprio nulla. Il benefattore misterioso, che poi tanto misterioso non è. Il gruppo variegato di ajumma ficcanaso che però si rivelano donne generose e di buon cuore.

Certi momenti sono godibili e divertenti, altri toccanti – complice la musica classica che crea un clima caldo e vibrante.

L’atmosfera accogliente del paesino, Eunpo

Do Do Sol Sol La La Sol è ambientato a Eunpo, pittoresco paesino sul mare non troppo lontano da Seoul.

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Benché la rappresentazione della vita a Eunpo soffra di un eccesso di retorica, ho apprezzato l’intento di mostrare una realtà fatta di piccole cose: il cibo che cuoce, i gesti di solidarietà tra vicini, le azioni quotidiane come il fare la spesa, pettinarsi, mangiare assieme. La descrizione di azioni come queste rende bene l’intimità e la solidarietà che si instaura nelle piccole comunità. Inoltre, la scelta di enfatizzare i colori chiari e pastello nelle scene e nei paesaggi, accentua il carattere idilliaco e fiabesco del vivere in paese.

Tutto questo non basta a farne un buon drama, perché – come anticipavo parlando del main leadDo Do Sol Sol La La Sol soffre del finale più brutto nella storia dei kdrama. Ed è arrivato il momento di parlarne.

Do Do Sol Sol La La Sol, il finale più brutto nella storia dei kdrama

Fino ai due terzi del drama i protagonisti portano avanti una relazione che è in pieno stile Ra-ra: sorrisi, unicorni, nessuna cognizione della realtà e stelline negli occhi.

A cinque puntate dalla fine, la brusca virata: la commedia più sciocchina e superficiale di sempre si tramuta prima in dramma poi in tragedia.

Si scopre che Joon è un giovane chaebol che deve ancora finire le superiori. Qui nascono una serie di problemi, il primo dei quali è di natura etica. Perché Joon, che sembrava un ragazzo tanto buono e bello, si trasforma in un bugiardone patentato e fetente? Questa doppia bugia (età + origini famigliari) non sarà infatti né la prima né la più grave tra quelle che dirà alla nostra Ra-ra…

Afflitto da un complesso rapporto con dei genitori troppo controllanti, Joon è anche tormentato dalla morte del suo più caro amico. Questo lo rende oscuro e cupo, pieno di angosce e conflitti irrisolti.

La situazione precipita quando la madre lo scova a Eunpo e decide che è ora di riportarlo a Seoul per fargli terminare gli studi. I due amanti sono costretti a separarsi fra lacrime e strazi inconsolabili.

*** Attenzione: spoiler violentissimi e sconvolgenti ***

Insomma, volente o nolente Joon si diploma, sognando il momento in cui tornerà nel paesino e potrà riabbracciare la sua Ra-ra. Ma quando questo accade, ecco che il destino sferra il suo colpo più violento: Joon si ammala di leucemia, e parte per gli Stati Uniti per farsi curare.

Ma qui scatta il secondo blocco di inutili bugie. Che cosa dice infatti il nostro eroe alla sua amata? Niente di niente, sparisce nel nulla, pubblicando un post su Instagram in cui comunica che andrà a farsi una vacanza studio negli USA. Ah, che bell’esempio di amore sano…

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Immagine pucciosa della coppia per tutelare dallo spoiler

Pronti? Perché adesso ci stiamo avvicinando a passi da gigante al finale trash. Quello per cui la pellicola (se una pellicola esiste) meriterebbe di essere bruciata sulla pubblica piazza.

Un mese dopo il “periodo di studio all’estero”, Joon muore. Lo comunica la madre di Joon a una povera Ra-ra comprensibilmente disperata.

E’ difficile scendere a patti con la morte del protagonista (anche se il protagonista non è il più memorabile che si sia mai visto) quando per la maggior parte del tempo il drama è stato un susseguirsi di dolcezze e sorrisi e inopinate fughe dalla realtà. Si piange, fosse anche per rabbia.

Il problema è che la morte di Joon non è il punto più basso raggiunto dal drama. Magari lo fosse!

Siamo alla 16ma puntata, esattamente a 10 minuti dalla fine. Sono trascorsi 5 anni (sì, avete letto bene, 5 ANNI) e la brigata dei personaggi di Eunpo è riunita attorno a un tavolo a mangiare e ricordare quel poveretto di Joon, morto giovane secoli prima. La nostra Ra-ra sospira pensando che, sì, lui le manca ancora ma in fondo la sua vita è piena e soddisfacente così com’è. E noi non possiamo fare a meno di concordare.

Ebbene, in quel momento ecco che Joon compare in fondo alla strada, bel bello, come se niente fosse. Ora non ricordo le parole esatte, ma le dice qualcosa tipo ‘Eh eh, scherzetto! Vedi che adesso sto bene? Non era il caso di frignare tanto!’. Parole che, se le avesse dette a me dopo 5 ANNI di sparizione, lo avrei incenerito su due piedi.

Lei invece se lo sposa.

Ma sei seria??

Io non ho parole per descrivere il disprezzo, la rabbia e l’assoluto senso di ribellione provato guardando questo finale. Che non ha coerenza, credibilità e nemmeno un minimo di rispetto nei confronti dell’intelligenza dello spettatore. E’ come se lo sceneggiatore avesse detto: lo spettatore vuole il romance, il lieto fine a tutti i costi – e io glielo do, per quanto incredibile e scemo sia.

No grazie. Ti pigli questo 3, e te lo fai andare bene.

Voto: 3/10

Puntate: 16

Durata: 1h circa

Dove vederlo (ma anche no): Netflix

Curiosi di scoprire altri Flop?

8 risposte a “Do Do Sol Sol La La Sol, 2020”

  1. Avatar Monicabionda
    Monicabionda

    +1000 per il nervoso per il finale insensato idiota e immotivato

    1. Avatar Valentina

      Ahah, concordo! 😀

  2. Avatar Martina
    Martina

    Finito adesso…Quanto hai ragione…ancora non me ne capacito. Sono incazzata nera.

    1. Avatar Valentina Calzia

      Eh, ti capisco. Fa arrabbiare! 😀

  3. Avatar Maria
    Maria

    Sicuramente il finale assolutamente surreale e sadico!… Io lo ho interpretato così: Jun è davvero morto, e la sua apparizione finale è un doppio finale, alternativo, da “opera aperta” in cui “vissero felici e contenti”, ma lui sarebbe uno dei più grandi stronzi, sadici, di tutti i tempi!
    Oppure è il suo fantasma, che riesce a prendere “corpo”, chiamato dal dolore di lei, ancora inconsolabile, anche dopo anni…
    Comunque chi guarda un K-drama romantico, esige un lieto fine… Forse la morale era che non tutto va sempre come nei K-drama classici…

  4. Avatar Maurizio
    Maurizio

    Gentile Valentina (sono un suo follower), sono un appassionato da poco di k-drama e ho anche iniziato a studiare il coreano. Ne avrei di cose da dire per contraddirla su do do sol sol la la sol ma va a finire che scriverei un tema. Le dirò solo questo: l’acclamatissimo “Lost” è per me una c….a pazzesca che non è durato solo 16 puntate ma ben 122 e dove gli autori si son persi per strada quasi subito e con una stagione finale a malapena comprensibile. Quindi ho imparato a guardare una serie per quello che è: una fiction, termine che si può tradurre anche con finzione o storia di fantasia da prendere per quello che è, godendo o meno del singolo episodio ed estraniandosi dal mondo reale (che va sempre peggio). E se il finale è in qualche modo positivo ben venga anche perché poi ci sono serie come “39” che mi ha letteralmente straziato. Se vuole ne possiamo discutere più ampiamente anche in merito a do do sol sol la la sol. Saluti.

    1. Avatar Valentina Calzia

      Gentile Maurizio,
      Sono felice se il drama le è piaciuto. Ma non ho capito il senso del suo commento. Il finale di questo drama resta brutto perché si integra male con la storia, e non c’entra niente Lost o Thirty-nine. Se poi lei lo ha apprezzato, mi fa piacere e non intendo in alcun modo farle cambiare idea.

  5. Avatar Elisabetta Colace
    Elisabetta Colace

    Condivido in pieno! 😡

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