La Sanità in Corea: lo sciopero dei medici

Sistema sanitario Corea Dr. Romantic

Oggi voglio fare una riflessione sul Sistema sanitario coreano partendo da un fatto di cronaca avvenuto il 23 febbraio in Corea del Sud. 8400 medici hanno scioperato contro la decisione del Governo di aumentare le ammissioni nelle Facoltà di Medicina, una scelta presa per sopperire alla carenza di personale medico.

Questa idea è stata salutata positivamente dalla popolazione, ma fortemente osteggiata dai medici, che sono scesi in piazza. Ciò su cui voglio riflettere sono le motivazioni che hanno spinto i dottori coreani a protestare contro le scelte del Governo.

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Venerdì 23 febbraio circa 8.400 medici coreani, soprattutto tirocinanti, hanno manifestato pubblicamente.

Questo gruppo rappresenta una frazione dei 100.000 medici attivi nel Paese, ma il loro sciopero ha generato significativi disguidi nel funzionamento del sistema sanitario. I tirocinanti, infatti, hanno un ruolo cruciale all’interno dei reparti di emergenza, nelle unità di cura intensiva e nelle sale operatorie dei principali ospedali.

Inoltre, rappresentano quasi il 40% del personale in alcuni ospedali universitari – che hanno incontrato molte difficoltà nel garantire i servizi essenziali ai pazienti.

Sanità Corea del Sud sciopero medici

Vi fornisco un po’ di dati: nel 2022 con una popolazione di 52 milioni di persone, la Corea del Sud contava solo 2,6 medici per mille abitanti. L’OCSE, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, suggerisce una media di 3,7 medici per mille persone. L’Italia ha 4 medici per mille abitanti.

Il personale medico: un confronto con la situazione italiana

Ora, sarebbe interessante affrontare la questione del perché in Italia abbiamo carenza di personale medico nonostante una percentuale superiore a quella suggerita dall’OCSE.

Questo è dovuto a numerose cause sia strutturali sia operative. La prima ragione è una disomogenea distribuzione dei medici sul territorio nazionale, con un’eccessiva concentrazione nelle aree urbane e nel Nord, a scapito delle aree rurali, del Mezzogiorno e delle isole, dove si registra una maggiore difficoltà di accesso ai servizi sanitari.

Una seconda ragione è legata all’invecchiamento della popolazione, il che comporta una domanda crescente di servizi e assistenza. D’altra parte, gli stessi medici italiani stanno invecchiando sensibilmente, senza che ci sia un adeguato ricambio generazionale, a causa di numeri chiusi nelle Facoltà di Medicina e delle lunghe specializzazioni.

Infine, ci sono tutta una serie di fattori che contribuiscono a creare una situazione sfidante. La burocrazia spesso troppo complessa; la fuga dei cervelli e condizioni di lavoro troppo stressanti per il personale medico.

Ciò su cui mi voglio concentrare è il motivo delle proteste in Corea del Sud. I medici coreani hanno scioperato in risposta al progetto del Governo di aumentare i posti nelle università di Medicina da 3.000 a circa 5.000 a partire dal prossimo Anno Accademico, con l’intento di incrementare gradualmente questo numero fino al 2035.

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Come dicevo all’inizio, la popolazione ha accolto positivamente questa riforma, vedendo nell’aumento del numero dei medici un possibile miglioramento dell’efficienza del servizio sanitario. Ma allora come mai medici e tirocinanti sono scesi in piazza?

Be’, il motivo è tanto semplice quanto pragmatico: dimostrando il loro dissenso, i dottori hanno espresso la preoccupazione che in futuro più competizione possa coincidere con minori guadagni. “Più competizione” potrebbe significare il rischio di trovarsi in un mercato in cui l’abbondanza di professionisti porta a una riduzione dei compensi e a una maggiore difficoltà nel distinguersi, costringendoli a cercare vie innovative per mantenere la propria posizione e redditività in un contesto sempre più affollato.

Questo ci spinge ad alcune riflessioni.

Assistenza Sanitaria: bene comune o affare privato?

In Corea, lo status sociale occupa un ruolo centrale nella vita delle persone, influenzando percezioni, relazioni e aspirazioni individuali. Ne abbiamo parlato in altri articoli (ad esempio qui): la società coreana, profondamente radicata in una struttura confuciana, pone grande enfasi sull’educazione, la carriera e il successo come indicatori chiave della posizione sociale.

Questo approccio non solo motiva l’individuo a perseguire l’eccellenza personale e professionale ma crea anche un ambiente altamente competitivo, dove il successo è misurato attraverso il raggiungimento di traguardi tangibili – come il denaro, gli oggetti di lusso, macchine costose e così via.

In tale contesto la professione medica è molto valorizzata, non solo per il suo contributo alla società ma come simbolo di prestigio e di sicurezza economica.

In tutto questo, però, si inserisce un quesito di natura morale. L’assistenza sanitaria deve essere pensata come un servizio alla comunità o come un mercato regolato dalla domanda e dall’offerta? E ancora, è giusto che la preoccupazione per i guadagni influenzi l’accessibilità e la qualità delle cure mediche per i pazienti?

Secondo me questo è il vero fulcro della vicenda.

Ci sono drama che abbiamo molto amato e che hanno saputo fortemente emozionarci. Dr. Romantic è senza dubbio uno di questi.

Dr. Romantic drama Corea

Esplorando temi come l’integrità nella pratica medica, le sfide etiche nell’assistenza sanitaria e il significato profondo di essere un dottore, Dr. Romantic mostra il valore dell’empatia, della dedizione e dell’amore nella professione medica. La vicenda mette in scena storie di dottori che combattono contro il potere e il denaro per il bene dei pazienti.

Ancora una volta vediamo come in Corea la realtà sia molto diversa dalla finzione mostrata nei kdrama. Vicende come questa mettono in luce il divario tra la fiction e la realtà quotidiana, e al tempo stesso stimolano una riflessione critica sull’approccio all’assistenza sanitaria.

Sullo sciopero in Corea del Sud: una riflessione conclusiva

Andando oltre i confini coreani, lo sciopero dei medici in Corea ci invita a interrogarci sul valore che attribuiamo alla cura del prossimo nella nostra società e sul ruolo che ciascuno di noi può giocare nel sostenere sistemi sanitari più equi e compassionevoli.

Forse, ispirandoci agli ideali dei medici dei nostri drama preferiti, possiamo aspirare a un mondo in cui la dedizione al benessere del paziente sia la norma, non l’eccezione. In definitiva, la realtà ci sfida a non restare semplici spettatori, ma a diventare protagonisti attivi nella ricerca di un giusto bilanciamento tra esigenze economiche e imperativi etici.

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