Amore e guinzagli, Film 2022

Amore guinzagli film corea Netflix 2022 recensione vietato minori BDSM

Trama e recensione di un film coreano che tenta un’incursione sui rapporti BDSM (sado-maso)

Ammetto di aver guardato questo film (VM14) spinta dalla curiosità per il tema trattato, quello dei rapporti BDSM. La curiosità nasceva dal fatto che dopo aver visto quasi un centinaio di kdrama so quanto i coreani sanno essere pudichi e castigati quando si tratta di skinship. Era normale quindi chiedersi come avrebbero affrontato un tema tanto esplicito quanto quello delle relazioni sadomaso.

Diciamolo subito: il film è leggero e molto superficiale. Interamente incentrato sul rapporto tra due colleghi d’ufficio, non pretende di essere né una grande storia d’amore, né un’indagine psicologica sul mondo della sessualità più torbida. Se dovessi trovargli un sottotitolo, sarebbe BDSM for Dummies.

Amore e guinzagli, infatti, istruisce con tono lieve sull’abc dei rapporti sadomaso, introducendo lo spettatore su tutto il corredo di collari, frustini, corde, piume, candele, parole d’ordine e via discorrendo che uniscono i due poli della coppia BDSM. Alcune scene sono piacevoli a vedersi, altre sfiorano il ridico. Ma in generale tutto è trattato con estrema delicatezza. Soprattutto perché tra i due il sesso non è contemplato.

Amore e guinzagli recensione film coreano 2022 Netflix VM14 BDSM
I due protagonisti “ammanettati”

Ciò che avviene è l’instaurarsi di un rapporto di fiducia, in cui lui può finalmente sentirsi accettato per ciò che è, mentre lei sperimenta nuovi confini di se stessa. La crescita dei due, la loro evoluzione è in realtà l’aspetto più interessante del film, benché – anche qui – non venga troppo approfondito.

Alla fine accade quello che tutti ci aspettavamo, ossia l’instaurarsi di una relazione. L’amore è quel “di più” a cui entrambi approdano senza troppe complicazioni o scossoni. Insomma, il più convenzionale dei sentimenti, il più convenzionale dei finali. Il che non scontenta, anzi – è del tutto in linea con il film. Una storia che forse lascia poco, ma che è lodevole nel ‘normalizzare’ un aspetto attorno al quale troppo spesso circola un’aura torbida e oscura.

Vale la pena vederlo? Sì, se si vogliono trascorrere due ore senza pensieri.

Curiosità: è stata la prima volta che ho visto un prodotto coreano doppiato in italiano. Mi ha fatto un effetto strano e non mi è piaciuto. Mi è mancata la musicalità caratteristica della lingua coreana, quella cantilena così espressiva ed enfatica. In italiano credo che il film abbia perso molto della sua originalità.

Voto: 6½/10

Durata: 2h

Dove vederlo: Netflix

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *