Poche ore fa RM (Kim Nam-joon), leader dei BTS, ha tenuto un discorso storico al summit dei CEO dell’Asia-Pacifico, svoltosi a Gyeongju, in Corea del Sud.
L’evento fa parte della Cooperazione Economica Asia-Pacifico (APEC), il forum che riunisce le ventuno principali economie della regione — tra cui Corea del Sud, Stati Uniti, Giappone, Cina e Australia — per discutere di crescita, innovazione e sviluppo.
Si tratta di un contesto economico e politico di altissimo livello. E per la prima volta un artista K-pop è stato invitato come relatore principale davanti a capi di Stato, ministri e CEO di colossi internazionali. RM ha parlato in inglese, intrecciando il racconto del suo percorso personale con l’ascesa globale del K-pop e trasformando il suo intervento in un appello diretto ai leader: investite nella cultura e in chi la crea.
Dalle difficoltà iniziali all’ascesa globale dei BTS e del K-pop
Davanti ai rappresentanti politici ed economici, RM ha ricordato i primi anni di carriera dei BTS, quando il gruppo cercava di farsi conoscere al di fuori della Corea del Sud.
«Abbiamo cominciato a uscire dalla Corea circa dieci anni fa,» ha raccontato. «E allora non avremmo mai immaginato di arrivare dove siamo oggi.»
Ha poi descritto le difficoltà incontrate nel portare la musica coreana nel mondo anglofono:
«Cercare di arrivare ai media internazionali attraverso la nostra musica è stato come fare un esperimento, una sfida enorme. Era un test per capire se la musica in coreano potesse funzionare su scala globale,» ha spiegato. «Quando dicevamo di essere artisti coreani, non ci chiedevano della nostra musica. Ci chiedevano: “Venite dalla Corea del Nord o del Sud?” “Dov’è esattamente la Corea?”»
L’importanza degli Army, il fandom dei BTS
RM ha ricordato come, attraverso quelle difficoltà, i BTS e i loro fan — gli ARMY — abbiano scoperto una forza inattesa: la solidarietà.
«Gli ARMY sono stati la forza che ha abbattuto quelle barriere. Hanno usato la nostra musica come linguaggio comune per costruire conversazioni che attraversano confini e lingue… ancora oggi continuano a superare frontiere e pregiudizi grazie al potere della solidarietà culturale».
Ha definito questa solidarietà il cuore stesso di ciò che rende il K-pop qualcosa di più di un genere musicale, paragonandolo a uno dei piatti simbolo della Corea, il bibimbap.
«Prendete il riso, aggiungete verdure, carne, spezie e mescolate tutto: quello è il bibimbap. Il K-pop è molto simile».
Il leader dei BTS ha descritto il K-pop come una fusione di estetica ed emozioni coreane con elementi globali come hip-hop ed EDM (Electronic Dance Music), dove ogni ingrediente conserva la propria identità pur creando qualcosa di nuovo, fresco e stimolante.
«[Il K-pop] è un pacchetto completo a 360 gradi: musica, performance, stile visivo, narrazione, video musicali e perfino social media,» ha spiegato.

K-pop e diversità: la forza dell’inclusività
Oltre ai ritmi accattivanti e all’impatto visivo, RM ha sottolineato che la vera forza del K-pop sta nella sua inclusività:
«Il successo del K-pop non è nato perché una cultura fosse migliore delle altre. È nato dal rispetto per la diversità e dall’apertura verso le culture del mondo, pur restando fedeli all’identità unica della Corea».
Questa riflessione lo ha portato a una considerazione più ampia: il ruolo della cultura nella diplomazia e nello sviluppo globale.
«La cultura è come un fiume,» ha detto. «Scorre liberamente, con correnti diverse che talvolta si incontrano in armonia. La regione Asia-Pacifico possiede una straordinaria diversità culturale. Il successo del K-pop ne è la prova: la diversità culturale e la creatività sono il più grande potenziale umano — una forza senza confini e senza limiti di crescita».
Un appello ai leader mondiali: sostenete chi crea
Rivolgendosi direttamente ai capi di Stato e agli imprenditori presenti, RM ha lanciato un appello concreto:
«Ci sono creatori in ogni parte del mondo. Aiutateli. Sosteneteli economicamente, perché la loro creatività possa fiorire. Offrite loro opportunità, perché i loro talenti possano davvero brillare».
Ha poi spiegato perché investire nella cultura non è solo una scelta emotiva, ma una strategia politica e di sviluppo.
«La cultura e l’arte sono una forza potente, capace di muovere i cuori. Sono i messaggeri più rapidi della diversità e della connessione… Le vostre politiche e i vostri sostegni saranno la tela e il campo da gioco per tutti i creatori».
Nel concludere il suo intervento, RM ha fatto una promessa personale che ha commosso la platea:
«Io giocherò con tutto il cuore nel campo che costruirete per noi. Prometto di fare la mia parte, portando messaggi di coraggio, speranza e tante emozioni attraverso la musica: un messaggio che abbraccia le differenze per creare qualcosa di migliore, insieme».
Con questo discorso, RM ha portato la voce della cultura pop coreana nel cuore di un summit economico globale. Il suo messaggio — che la cultura non è ornamento ma infrastruttura, non intrattenimento ma investimento — risuona come un invito ai governi a considerare l’arte non come un lusso, ma come una forma di potere capace di unire, innovare e trasformare.
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