Shopping King Louie, 2016

Shopping King Louie recensione italiana kdrama consigliato

Trama: Louie, il Re dello shopping, della cuteness e della prevedibilità

Louis è un giovane chaebol che vive come si suol dire sotto una campana di vetro. Orfano di genitori, è stato mandato dalla nonna a Parigi per paura che qualcosa di brutto possa accadergli in Corea. Ed è là che il giovane passa le sue giornate senza amici, in un castello lussuoso ma isolato, dedicandosi esclusivamente allo shopping.

Pur vegliando a distanza sul nipote, la nonna non può impedire che Louie rientri a Seoul non appena ha notizia che lei sta male. Ed è in quel frangente che accade il fattaccio: in un incidente d’auto sospetto, Louie perde la memoria, i suoi bei vestiti ma poco dopo incontra Go Bok Shil (interpretata da Nam Ji-hyun).

Bok Shil è una ragazza di montagna arrivata a Seoul per cercare il fratello scomparso. Del tutto ignara di come funzioni la vita in città, è animata dalla migliore buona volontà ma da altrettanta inesperienza.

Notando che lo smemorato Louie indossa la tuta che era del fratello e credendo che, una volta recuperata la memoria, lui potrà fornirle indicazioni su dove ritrovarlo, Bok Shil decide di accollarsi il giovane. Lo accudisce, lo serve, lo sfama, lo mantiene, lo coccola e, tra una scena buffa e l’altra, i due si innamorano.

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Insieme sono incantevoli. Convincente la performance di Seo In-guk

Il resto è contorno. Anche quando il drama assume una sfumatura drammatica (l’amnesia di Louie, la scomparsa del fratello, l’incidente misterioso ecc.) in realtà il tono rimane leggero, e le varie storyline finiscono a tarallucci e vino. Il che è coerente con il tono generale della serie.

C’è anche il tentativo di accennare un triangolo amoroso, rappresentato dal capo di Bok Shil, innamorato non ricambiato della stramba ragazza. Fortunatamente la faccenda non prende troppo spazio alla coppia principale. E lo dico con cognizione di causa, in quanto il second lead è interpretato dal mio amatissimo Oska aka Yoon Sang-hyun.

Recensione: kdrama di buoni sentimenti e buone intenzioni, ma poca sostanza

Questo drama raggiunge la sufficienza piena perché è vero che fa sorridere, ed è vero che i due protagonisti assieme sono adorabili. Fai il tifo per loro, li vuoi vedere insieme e il loro amore intenerisce, anche se, a essere onesti, sono la fiera del disagio ogni volta che appaiono sullo schermo.

Più che altro ti chiedi se e come arriveranno vivi a fine giornata. Benché ci sia un’evoluzione nel corso delle puntate, è innegabile che lui è un ricco viziato che non sa nemmeno far bollire l’acqua per il the, mentre lei è letteralmente una montanara che sa tutto di ginseng selvatico, ma nulla di come gira il mondo. I due insomma passano il tempo a farsi truffare, derubare, ingannare e perculare. Il che, a suo modo, è affascinante.

Con queste premesse si capisce subito che tra i due sarà Amore, e anche che ci sarà da divertirsi.

Per carità, è tutto carinissimo e pucciosissimo, i denti di lei fanno luce, le smorfie di lui sono deliziose, tra un «Precioussss» e un «Sei tonta?!» le puntate volano, ma la sostanza manca.

Un sorriso a denti stretti. Ti capiamo.

Note sparse: Io capisco che per sottolineare il fatto che lei abbia vissuto tutta la vita all’aria aperta abbiano voluto darle un aspetto, diciamo così, *abbronzato* con il make-up. Ma una sfumatura di terra su fronte e zigomi sarebbe stata più che sufficiente. Invece hanno voluto esagerare usando un fondotinta ARANCIONE inquietante che la rende una maschera di terracotta per più di metà serie. Discutibile.

Come ho già detto, una delle cose davvero belle di questo drama è stato il ritorno di Oska aka Yoon Sang-hyun. Bravissimo attore e grande personalità scenica. Unico neo e motivo per cui i costumisti di questo drama andrebbero fustigati col ginseng selvatico è: come diamine l’hanno conciato??

Voto: 7/10

Numero puntate: 16

Durata: 1h circa

Dove vederlo: Viki

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Una risposta a “Shopping King Louie, 2016”

  1. […] inossidabile passione per Seo In-guk, attore che peraltro già conoscevo per averlo visto in Shopping King Louie, ma non avevo ancora imparato ad apprezzare […]

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