Quando sono arrivata a Seoul, era la mia prima volta in Asia. Ogni cosa aveva un sapore nuovo per me.
L’impressione che ne ho avuto è stata quella di un luogo completamente diverso da qualunque altro avessi mai visitato in vita mia. Enorme, brulicante di vita ma non rumoroso, coloratissimo, disordinato, vitale. Seoul è una città nella quale mi sono subito sentita a mio agio, nonostante le iniziali difficoltà a integrarmi.
Scaduto il visto turistico, sono rientrata e ora non nego che mi manca. Guardo i drama e sogno di tornare.
Ma in programma c’è anche il Giappone: scoprire Tokyo, gli impressionanti palazzi di Nara e il castello di Osaka.
L’altro giorno leggevo un libro dove si parlava di Shanghai, la “Perla d’Oriente” e sono rimasta talmente colpita dalle descrizioni che sarei partita alla volta della Cina immediatamente…
Allora mi sono chiesta: perché l’Estremo Oriente ci affascina così tanto? Sono certa infatti di non essere l’unica a sentire questo richiamo, come dimostra tra l’altro anche il successo che le serie TV asiatiche, il kpop e il beauty coreano stanno ottenendo in tutto il mondo.
Estremo Oriente: modernità e tradizione
Se dovessi dire l’aspetto per me più interessante dell’Estremo Oriente è il modo in cui coabitano tradizione e modernità.
Templi e grattacieli, profondi inchini e robot-camerieri, potenza economica e società monoetnica. I paesi dell’Estremo Oriente sono ricchi di contraddizioni stimolanti e sfidanti al tempo stesso.
Cina, Giappone e Corea sono culture millenarie che hanno sviluppato un approccio avanguardistico con la modernità, fondato su uno straordinario progresso tecnologico. Al tempo stesso sono state in grado di preservare cultura e tradizioni.
I paesi dell’Estremo Oriente producono quasi il 90% dei gadget digitali del mondo. Sony, Samsung, Lenovo sono solo alcuni dei grandi nomi che fanno dell’industria tecnologica asiatica una straordinaria potenza economica. Potenza destinata a crescere in futuro, man mano che la tecnologia connetterà sempre di più le persone.
E’ innegabile d’altra parte che le società orientali sono per loro natura fortemente tradizionaliste. Non si può capirne la ragione senza un breve cenno al confucianesimo, che ha esercitato un’influenza enorme sui paesi orientali.
Come il confucianesimo ha plasmato l’Estremo Oriente
Il confucianesimo è una delle maggiori tradizioni filosofiche e religiose della Cina. Sviluppatosi nel corso di ben due millenni, ha avuto influssi diretti anche su Corea e Giappone.
L’obiettivo di Confucio era quello di creare una collettività pacifica e armoniosa.
Attraverso l’osservanza di regole sociali e familiari, il confucianesimo garantisce la stabilità e l’ordine politico. E’ chiaro che siamo in un sistema opposto rispetto a quello occidentale, dove domina l’enfasi sull’autodeterminazione dell’individuo guidato dal libero arbitrio.
Nelle società orientali, il volere individuale è subordinato al bene della comunità. Lo vediamo perfettamente rappresentato nei drama, e ce ne stupiamo ogni volta.
Avete presente quando un figlio si piega al volere dei genitori, e si costringe a uscire con una ragazza scelta da loro – quando non addirittura a sposarla? Oppure il senso di estremo rispetto che i più giovani hanno nei confronti degli anziani?
Ebbene, questi sono esempi della ‘deferenza‘ e ‘pietà filiale‘ che stanno alla base del confucianesimo e costituiscono le fondamenta di una società sana, pacifica e armoniosa. Sovrano e suddito, marito e moglie, padri e figli, amico più grande e amico più giovane: ognuna di queste relazioni è un tassello che garantisce la stabilità in un sistema gerarchico in cui ognuno è tenuto a rispettare il proprio ruolo per il bene comune.
Soft power vs. realtà
I paesi dell’Estremo Oriente hanno trovato un modo estremamente efficace di reagire alla crisi economica: il cosiddetto soft power, ossia la capacità di un Governo di veicolare un’immagine positiva di se stesso usando strumenti culturali e artistici. Film, musica, sport sono strumenti di soft power che uno Stato utilizza e sfrutta per migliorare – in patria e all’estero – la propria reputazione e il proprio peso economico e politico.
A inaugurare questo trend è stato il Giappone negli Anni ’90 con la strategia poi denominata «Cool Japan». L’obiettivo era quello di diffondere la conoscenza del Giappone nel mondo tramite i manga, gli anime, la cucina tradizionale e così via.
Più di recente è stata la volta della Corea del Sud, che è riuscita nell’eccezionale impresa di fare anche meglio del Giappone. I coreani, infatti, sono maestri nell’arte del soft power – e noi appassionati di kdrama, kpop e kstar ne siamo testimoni.
Io che sono stata in Corea perché ammaliata dalle storie raccontate dalle serie coreane, ho davvero ritrovato laggiù una realtà simile a quella vista in TV?
Be’, no. Le persone non sono così gentili, gli uomini non sono così romantici e in quanto straniera ho incontrato moltissime difficoltà.
Ma che cosa ci dice questo? Ci dice che il soft power è uno strumento potentissimo, in grado di suscitare una fascinazione irresistibile nei confronti di un Paese e di un popolo.
E la Cina? La Cina sta promuovendo un soft power fondato su principi confuciani. Escludendo l’interesse egoistico e individuale, l’immagine che il Dragone vuole dare di sé è quella di un Paese dove regna l’«Armonia nella diversità», ponendosi quindi come una super-potenza pacifica e inclusiva. Vediamo anche qui i due elementi di cui parlavamo all’inizio: modernità e tradizione, sempre operanti nelle società dell’Estremo Oriente.
Perché amiamo l’Estremo Oriente
Che sia per il cibo speziato o la natura incontaminata, per l’arte, la filosofia o la cultura che ci raccontano di popoli lontani da noi. Che sia per un’idea di ‘esotismo’ che abbiamo coltivato nella nostra mente leggendo libri o guardando serie TV, i motivi per amare l’Estremo Oriente sono innumerevoli.
Questo amore è un ponte tra noi e loro e, a dispetto dei chilometri che ci separano, la conoscenza è il mezzo più rapido e più esaltante per percorrerli. Non importa infatti che il viaggio sia reale o interiore – la meta sarà sempre la scoperta di un mondo nuovo.
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