Sei un appassionato di cinema coreano o semplicemente curioso di esplorare nuove cinematografie? Amazon Prime Video offre una serie di film coreani eccellenti, che spaziano da storie intensamente emotive a thriller ad alta tensione.
Qui la mia selezione dei 5 titoli migliori!
Train to Busan, 2016
Inizio con una nota personale: sono particolarmente legata a questo film perché mi rimanda al mio viaggio verso Seoul. La prima volta che lo vidi, infatti, fu in aereo in viaggio verso la capitale coreana, e ne ho un bel ricordo nonostante la trama non propriamente leggera.
La storia racconta di un viaggio in treno verso la città di Busan che si trasforma in una lotta per la sopravvivenza quando inizia a diffondersi un virus letale che trasforma le persone in zombie.
Il film esplora temi come l’altruismo, il sacrificio e la natura umana in situazioni estreme. Mentre il treno avanza, infatti, i passeggeri danno il meglio e il peggio di sé. Alcuni si dimostrano eroici e altruisti, mentre altri agiscono in modo egoistico e codardo – mettendo in pericolo il prossimo per la propria sopravvivenza.
Straordinaria la performance di Gong Yoo, un manager di successo e un padre assente che, in questa situazione, si ritrova a fare di tutto per salvare la figlia piccola. E’ presente anche Choi Woo-shik nel ruolo di un giocatore di baseball che tenta di proteggere la sua ragazza dagli zombie.
Il film offre momenti di tensione molto alta, più per i conflitti etici che pone che per la presenza degli zombie. I personaggi sono ben sviluppati, ognuno con le proprie sfumature e storie personali. Anche se è datato (e, ammettiamolo, di certo non originale) merita di essere visto per il forte impatto emotivo che ha sugli spettatori.
The Divine Fury, 2019
In questo film Park Seo-joon interpreta un campione di arti marziali che ha perso la sua fede in Dio dopo la tragica morte del padre in giovane età.
La sua vita prende una svolta inaspettata quando si ritrova a possedere le stigmate, che gli conferiscono poteri straordinari tra cui la capacità di vedere demoni e di combatterli. Per questo motivo decide di incontrare padre Ahn, un sacerdote esorcista con il quale forma un’alleanza improbabile per combattere un’oscura minaccia che potrebbe portare al cataclisma.
Questo film fonde insieme elementi di azione, horror e thriller in un modo unico, aggiungendo un tocco di soprannaturale che lo rende particolarmente intrigante. In particolare, la vicenda intende esplorare la lotta tra bene e male, fede e dubbio, attraverso il viaggio personale del suo protagonista.
Il genere deve piacere, in quanto l’atmosfera è dark e piuttosto cupa. Quello che – a mio avviso – porta avanti il film è la recitazione dei personaggi, tutti quanti. Dai protagonisti ai secondari, hanno fatto un’eccellente lavoro d’interpretazione, per non parlare dei tre principali: Park Seo-joon, Ahn Sung-ki e lo splendido (e inquietante) Woo Do-hwan.
La storia in certi parti avrebbe potuto essere approfondita. Tuttavia, se cercate un prodotto di qualità, altamente avvincente e che vi tenga incollati allo schermo suscitandovi molte emozioni e scariche d’adrenalina… beh, questo è decisamente il film che fa per voi!
Minari, 2020
Minari è un film di ispirazione autobiografica del regista Lee Isaac Chung, sudcoreano cresciuto in Arkansas. La pellicola ha riscosso un notevole successo di critica e di pubblico, culminando nella vittoria di due prestigiosi riconoscimenti: l’Oscar alla Migliore Attrice Non Protagonista per Youn Yuh-jung nel 2021 e il Golden Globe come Miglior Film Straniero nello stesso anno.
Ambientato negli Anni Ottanta, Minari racconta la storia di una famiglia di immigrati coreani che cerca di realizzare il sogno americano trasferendosi dalla California all’Arkansas.
Con un approccio delicato e pudico, il film esplora le sfide e le disillusioni che accompagnano il tentativo di costruire una nuova vita in un ambiente estraneo. La trama si concentra sulla vita quotidiana della famiglia Yi, lontana da epicità o colpi di scena, ma profondamente toccante nel suo racconto di speranze e delusioni.
L’arrivo della nonna materna dalla Corea porta a contrasti culturali e personali, specialmente con il giovane nipote, evidenziando il tema dell’identità e delle radici in un contesto di immigrazione. Il film si sviluppa attorno al simbolo del minari, un’erba aromatica coreana, piantata dalla nonna vicino a un ruscello in Arkansas. Il minari diviene metafora della capacità di adattamento e fioritura in terra straniera.
Il film è un gioiello e merita di essere visto. Col suo ritmo malinconico, dolce e avvolgente, ci racconta che per sopravvivere bisogna essere disposti ad abbandonare qualcosa: perdere un pezzo di se stessi, adattarsi al flusso della corrente, abbracciare nuove prospettive.
Se siete interessati a leggere la recensione completa, la trovate qui.
Little Forest, 2018
Il film racconta la storia di una giovane donna di nome Hye-won, interpretata da Kim Tae-ri, che dopo aver cercato la sua strada e il suo successo nella grande città, si ritrova sfiduciata e stremata dalle pressioni e dalle delusioni della vita urbana.
Sentendosi persa e senza scopo, decide di fare ritorno al suo villaggio natale per una pausa, alla ricerca di conforto e di pace interiore.
Il film è un adattamento dell’omonimo manga giapponese di Daisuke Igarashi e si distingue per il suo ritmo pacato, la sua narrazione dolce e riflessiva, e la bellissima cinematografia che cattura la serenità e la bellezza della vita rurale.
Non posso dire molto di questo show se non: guardatelo. E’ un inno alla semplicità, alla connessione con i ritmi lenti e naturali, con se stessi e i propri dimenticati bisogni.
Durante le quattro stagioni dell’anno, Hye-won riscopre la gioia di vivere attraverso le piccole cose. Coltivare il proprio cibo, cucinare piatti semplici ma nutrienti con ingredienti locali, e trascorrere tempo con i vecchi amici Ji-ha (interpretato da un magnifico Ryu Jun-yeol) e Eun-sook (interpretata da Jin Ki-joo). Attraverso queste attività quotidiane, Hye-won inizia a guarire dalle sue ferite emotive, trovando risposte alle sue domande e capendo cosa significa veramente essere felici.
Little Forest è una celebrazione della vita lenta e dell’autenticità. Offre allo spettatore una pausa riflessiva dalla frenesia e dal rumore del mondo moderno. Non ci sono grandi colpi di scena o drammi intensi. È un’opera cinematografica che invita a riflettere sull’importanza di fare una pausa, di prendersi cura di se stessi e di apprezzare le semplici gioie della vita.
Parasite, 2019
Parasite chiude la rassegna dei 5 Migliori film che vi suggerisco di vedere su Prime Video… e quale modo migliore per concludere? Parasite, infatti, ha ricevuto acclamazioni internazionali per la sua ingegnosa miscela di generi, passando dal dramma alla commedia nera e al thriller con una maestria narrativa unica.
Questa pellicola ha segnato la storia del cinema vincendo 4 Premi Oscar, tra cui l’Oscar come Miglior Film nel 2020, diventando il primo film in lingua non inglese a ricevere questo prestigioso riconoscimento.
La trama si concentra sulla famiglia Kim, composta da quattro membri che vivono in un seminterrato e lottano per sopravvivere in condizioni di povertà estrema. La loro sorte inizia a cambiare quando il figlio, Ki-woo, ottiene l’opportunità di lavorare come tutor di inglese per la figlia della ricca famiglia Park, grazie a un’amica che gli fornisce una raccomandazione falsificata.
Da qui, inizia un ingegnoso piano. Uno ad uno, i membri della famiglia Kim riescono a infiltrarsi nelle varie posizioni di servizio nella casa dei Park, sostituendo lo staff esistente senza rivelare la loro parentela.
Parasite esplora in modo grottesco e brillante le dinamiche di classe, le disuguaglianze sociali e la tensione tra le famiglie ricche e quelle povere. In questo senso, la casa dei Park – un capolavoro di architettura moderna situata in cima a una collina – diventa il palcoscenico principale dove si svolgono contrasti e conflitti, rappresentando visivamente e metaforicamente il divario tra i mondi sotterranei e quelli elevati.
La brillantezza di Bong Joon-ho, il regista, sta nel suo approccio alla narrazione, che riesce a mantenere un equilibrio perfetto tra satira sociale, tensione e momenti di umorismo nero. Questo mix porta lo spettatore a provare una gamma di emozioni vastissima, senza mai perdere di vista la critica sociale sottostante.
Parasite è un capolavoro che sfida le convenzioni, offrendo una riflessione profonda sulla società contemporanea e le sue divisioni, e dimostrando la capacità del cinema di esplorare e commentare la condizione umana con profondità e originalità.
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